(2.<=) E’ possibile costruire soluzioni del modello elettrodinamico che hanno una struttura ad anello. Tali soluzioni sono di fatto presenti in simili modelli che governano la fisica dei plasmi o in magnetoidrodinamica. Tarando opportunamente i parametri a disposizione, si possono ottenere anelli delle dimensioni dei nuclei atomici, i quali portano carica unitaria negativa e massa pari a quella dell’elettrone (per i dettagli tecnici si veda il paragrafo 2.1 e l’appendice H in: From Photons to Atoms – The Electromagnetic Nature of Matter, DOI: 10.1142/11383). Dette soluzioni sono molto stabili. Nella pratica, l’elettrone è una particella quasi indistruttibile. Nel caso che incontri la sua antiparticella (il positrone), entrambe si disintegrano producendo fotoni che si sparpagliano nello spazio. Le due particelle ritornano dunque al loro stato primordiale all’interno del brodo elettromagnetico che le circonda. Non è infatti improbabile che esse provenissero già dal sottofondo, essendosi venute a generare nel contesto di situazioni energetiche favorevoli. La conversione massa-energia prende a questo punto un significato più intellegibile.
(2.<=) It is possible to construct solutions of the electrodynamics model that display a ring structure. Such solutions are in fact present in similar models that rule plasma physics or magneto-hydrodynamics. By suitably calibrating the available parameters, it is possible to obtain rings of the size of atomic nuclei, which carry a unitary negative charge and a mass equal to that of the electron (for technical details we address to Section 2.1 and Appendix H in: From Photons to Atoms – The Electromagnetic Nature of Matter, DOI: 10.1142/11383). These solutions are very stable. In practice, the electron is an almost indestructible particle. In the event that it meets its antiparticle (the positron), both annihilate producing photons that scatter in space. The two particles therefore return to their primordial state within the electromagnetic soup that surrounds them. In fact, it is not unlikely that they already came from the background, having arisen in the context of favorable energy situations. The mass-energy conversion takes on a more understandable meaning at this point.
Come si è detto, il sottofondo elettromagnetico contiene a priori le nozioni di massa e carica, senza che le vere particelle si siano ancora formate. Quando si parla di energia oscura o di massa oscura si intende forse far riferimento a questa realtà impalpabile, la quale ha tutte le prerogative di diventare vera materia non appena se ne presenti l’occasione. L’elettrone e il corrispettivo positrone rappresentano le più elementari forme di aggregazione stabile, dove pseudo-carica e pseudo-massa rimangono imprigionate in un contenitore chiuso. Si può dire lo stesso dei fotoni con la differenza che è possibile dimostrare, in base al modello teorico, che non portano con sé alcuna densità di massa (più precisamente, la pseudo-massa è nulla). Anche gli embrioni di materia e antimateria sono rappresentati nel sottofondo. Infatti, in ogni punto dello spazio sono presenti i vettori di campo elettrico, magnetico, nonché il vettore velocità, il quale indica la direzione verso la quale l’informazione elettromagnetica si sta dirigendo. Tale terna può avere un’orientazione destrorsa o sinistrorsa, ed è ciò che distingue la tipologia della futura materia o antimateria. Si noti bene che, in base a questo assunto, le usuali equazioni di Maxwell nel vuoto sono solo in grado di simulare onde destrorse, mentre per quelle sinistrorse è necessario scambiare il ruolo dei campi elettrici e magnetici, mutando alcuni segni. Quando si forma un anello, la presenza del campo di velocità equivale a definire una sorta di spin, il quale è ben diverso da quello di una pallina che ruota attorno a un suo asse. Spin up e spin down diventano quantità intrinseche che non dipendono dall’osservatore.
As has been said, the electromagnetic background contains a priori the notions of mass and charge, without the real particles having yet formed. When we speak of dark energy or dark mass, we perhaps mean to refer to this impalpable reality, which has all the prerogatives of becoming real matter as soon as the opportunity presents itself. The electron and the corresponding positron, represent the most elementary forms of stable aggregations, where pseudo-charge and pseudo-mass remain imprisoned in a closed container. The same can be said of photons with the difference that it can be shown, according to the theoretical model, that they do not carry any mass density with them (more precisely, the pseudo-mass is zero). Embryos of matter and antimatter are also represented in the background. In fact, at every point in space there are electric and magnetic field vectors, as well as the velocity vector, which indicates the direction towards which the electromagnetic information is heading. This triplet can have a right-handed or left-handed orientation, and this is what distinguishes the future typology of matter or antimatter. Note well that, on the basis of this assumption, the usual Maxwell equations in vacuum are only capable of simulating right-handed waves, while for left-handed ones it is necessary to exchange the role of electric and magnetic fields, switching some signs. When a ring is formed, the presence of the velocity field is equivalent to defining a sort of spin, which is very different from that of a ball rotating about an axis. Spin up and spin down become intrinsic quantities that do not depend on the observer.
Una ragionevole domanda da porsi è la seguente. Perché la carica risulta essere unitaria? Perché esiste un solo tipo di elettrone, indipendentemente da come viene a formarsi e da come successivamente lo si deformi? Una risposta di carattere topologico è che l’eliminazione di un anello dallo spazio tridimensionale equivale a trasformare quest’ultimo in un insieme non più semplicemente connesso (tale proprietà non è vera se ad esempio si elimina una sfera). Dunque prevale il carattere topologico sull’intensità e l’orientazione dei campi. Si può verificare che anche fotoni (si veda QUI e QUI) sono legati a strutture ad anello. Essi sono ‘imprendibili’ in quanto viaggiano alla velocità della luce. Hanno al loro interno densità di carica a media nulla. Fotoni di adeguata energia possono scontrarsi e generare una coppia elettrone-positrone. Nello scontro, la loro intrinseca carica interna si suddivide e si concretizza in due particelle di carica opposta. I fotoni continuano a viaggiare a velocità paragonabili a quella della luce, ma lo fanno all’interno di cavità ad anello, conferendo quindi spin alle neonate particelle. Sul bordo di un’elettrone il campo magnetico diviene degenere (plausibilmente ciò accade anche alla corrispondente geometria dello spazio-tempo), mentre la componente tangente al bordo del campo elettrico oscilla. Possiamo quindi individuare un contenitore astratto all’interno del quale si sviluppa la dinamica della particella. Un osservatore imprigionato dentro l’anello non può venire a conoscienza di ciò che accade al suo esterno, a meno che la particella stessa non venga distrutta con la conseguente dissipazione della sua energia nel brodo di sottofondo. Un elettrone si può muovere a piccola velocità, così intendendo che i fotoni che lo compongono si muovono lungo orbite spiraleggianti. Il risultato è che tutto si evolve comunque a velocità comparabili a quelle della luce. Le particelle, le quali ereditano quindi la loro carica dall’habitat elettromagnetico, permettono di localizzare un fenomeno che era già latente.
A reasonable question to ask is the following. Why does the charge appear to be unitary? Why is there only one kind of electron, regardless of how is formed and how it is subsequently deformed? A topological answer is that the removal of a ring from the three-dimensional space is equivalent to transforming it into a set that is no longer simply connected (this property is not true if, for example, a sphere is removed). Therefore, the topological character prevails over the intensity and orientation of the fields. It can also be verified that photons (see HERE and HERE) are linked to ring structures. They are ‘uncatchable’ as they travel at the speed of light. They carry zero mean charge density inside them. Photons of suitable energy can collide and generate an electron-positron pair. In the collision, their intrinsic internal charge splits and materializes into two oppositely charged particles. The photons continue to travel at speeds comparable to that of light, but they do so inside ring cavities, thus conferring spin on the newborn particles. At the edge of an electron the magnetic field becomes degenerate (plausibly this also happens to the corresponding space-time geometry), while the tangent component of the electric field to the boundary oscillates. We can then locate an abstract container within which the dynamics of the particle evolves. An observer imprisoned inside the ring cannot come to know what happens outside, unless the particle itself is destroyed with the consequent dissipation of its energy in the surrounding soup. An electron can move at low speed, meaning that the photons at the interior travel along spiraling orbits. The result is that everything still evolves at speeds comparable to those of light. The particles, which therefore inherit their charge from the electromagnetic environment, make it possible to localize a phenomenon that was already latent.
Rispetto a cosa si può muovere un elettrone? La risposta è sempre nel sottofondo elettromagnetico il quale fornisce nella sua globalità un sistema inerziale preferenziale. Si noti che i campi elettrici sono presenti sia all’interno che sulla superficie dell’elettrone. Questi solleticano il sottofondo producendo alterazioni tutto intorno. In questo modo la particella fa sentire la sua presenza e può quindi interagire con un’altra particella. A questo punto, e solo a questo punto, che si comincia a parlare di legge di Coulomb. Due elettroni si repellono in quanto ciascuno comunica all’altro la propria presenza attraverso l’habitat elettromagnetico. I fotoni rotanti al loro interno, sollecitati da fattori di natura elettrica, cominciano a spiraleggiare in direzioni opposte. Senza tale intermediazione il movimento delle particelle non avrebbe atto. Un’altra legge fenomenologica trae quindi spiegazione dalla presenza del sottofondo. Non è difficile estrarre informazioni di questo tipo dal modello differenziale, che quindi estende la sua validità dalla pseudo-materia alla materia vera e propria. Le equazioni diventano in questo modo uno dei tanti modelli classici già a disposizione. Il salto qualitativo viene fatto quindi all’indietro: c’è una pre-materia (pre-Coulombiana possiamo dire) con tutte le prerogative necessarie alla costruzione di strutture sempre più complesse. Dunque, le leggi sviluppate dall’analisi del comportamento della materia sono un’eredità di quelle ancor più profonde che provengono dall’ambiente elettromagnetico che contiene tutti noi. Questa osservazione (semplice nella sua attuabilità, ma non banale nella sua prefigurazione) è quella che ci permette di unificare teorie fino ad ora ritenute scollegate e ancora in cerca di un comune denominatore.
With respect to what can an electron move? The answer is always in the electromagnetic background which provides a preferential inertial system as a whole. Note that electric fields are present both inside and on the surface of the electron. These tickle the background producing a reshaping of the surroundings. In this way the particle makes its presence felt and can therefore interact with another particle. At this point, and only at this point, we start talking about Coulomb’s law. Two electrons repel each other as each communicates its presence to the other through the electromagnetic environment. The rotating photons inside them, stimulated by factors of an electrical nature, begin to spiral in opposite directions. Without this mediation the movement of the particles would not take place. Another phenomenological law is therefore explained by the presence of the background. It is not difficult to derive information of this kind from the differential model, which therefore extends its validity from pseudo-matter to the actual matter. In this way, the equations become one of the many classic models already available. The qualitative leap is therefore made backwards: there is a pre-matter (pre-Coulombian we can say) with all the prerogatives necessary for the construction of increasingly complex structures. Hence, the laws developed from the analysis of the behavior of matter are a legacy of even more profound ones that come from the electromagnetic environment that contains all of us. This observation (simple in its feasibility, but not trivial in its prefiguration) is the one that allows us to unify theories until now considered disconnected and still looking for a common denominator.
Un esperimento poco conosciuto in ambito accademico è quello descritto in questo video (fra i tanti disponibili in rete). Può essere comodamente replicato, dato che il materiale richiesto è facilmente reperibile. Una corrente elettrica applicata per un brevissimo istante è capace di ‘magnetizzare’ due pezzi di ferro e tenerli fortemente agganciati, fin tanto che la loro struttura mantiene una topologia anelliforme. Quando questa viene distrutta, si perdono con essa anche i legami magnetici. Riteniamo che questa prova possa essere in qualche modo collegata a notevoli proprietà di stabilità del modello ad anello dell’elettrone. Nelle pagine che seguiranno, la costruzione delle molecole si baserà sulla forte influenza che i nuclei atomici hanno sul sottofondo elettromagnetico. Nel nuovo contesto, non ci saranno elettroni in movimento ed il campo magnetico è direttamente modellizzato dalle evoluzioni dinamiche dello spazio internucleare. Dal punto di vista pratico, ciò non cambia di molto la versione della struttura della materia, così come suggerito dalla meccanica quantistica. E’ ovvio che invece ci sono sostanziali differenze dal punto di vista costituzionale. La debole corrente che, passando attraverso il buco, permette di unire saldamente i pezzi di ferro, in realtà è sufficiente a riorganizzare il sottofondo in modo che le preesistenti linee di forza del campo magnetico seguano altre vie. L’oggetto fisico che risulta dalla salda unione dei due ferri costituisce un’entità elettromagnetica diversa dalla somma delle singole parti. Una volta che essa viene distrutta, attraverso la separazione meccanica dei pezzi, non è in grado di ricostituirsi, a meno che non venga fornito un altro impulso di corrente. Sorte analoga hanno gli atomi che compongono le molecole. Questi si aggregano formando strutture elettromagnetiche, le quali caratterizzano il composto al di là della pura ricetta chimica. Attraverso una reazione, molecole diverse possono interagire e trasformarsi in altri prodotti. In questa transizione non c’è solo una riorganizzazione degli atomi, ma l’intera ristrutturazione dell’habitat elettromagnetico distribuito dentro e attorno a loro. (=>4)
An experiment little known in the academic community is the one described in this video (among the many available on the net). It can be easily replicated, since the required material is easily available. An electric current applied for a very short instant is capable of ‘magnetizing’ two pieces of iron and keeping them strongly coupled, as long as their structure maintains a ring-shaped topology. When this is destroyed, the magnetic bonds are also lost. We believe that this evidence can be somehow related to some remarkable stability properties of the electron ring model. In the pages to follow, the construction of molecules will be based on the strong influence that atomic nuclei have on the electromagnetic background. In the new context, there will be no moving electrons and the magnetic field is directly modeled by the dynamic evolutions of the internuclear space. From a practical viewpoint, this does not change much the version of the structure of matter, as suggested by quantum mechanics. It is obvious that instead there are substantial differences from a constitutional point of view. The weak current which, passing through the hole, allows the pieces of iron to join together firmly, is actually sufficient to reorganize the substrate so that the pre-existing lines of force of the magnetic field follow other paths. The physical object that results from the solid union of the two irons constitutes an electromagnetic entity different from the sum of the individual parts. Once it is destroyed, through the mechanical separation of the pieces, it is unable to reconstitute itself, unless another current pulse is given. The atoms that make up the molecules have a similar fate. These assemble forming electromagnetic structures, which characterize the compound beyond the pure chemical recipe. Through a reaction, different molecules can interact and transform into other products. In this transition there is not just a rearrangement of the atoms, but an entire reorganization of the electromagnetic habitat distributed in and around them. (=>4)